venerdì 31 maggio 2013

Il primo concorso non si scorda mai


Il giorno dopo i festeggiamenti per la laurea della mia sorellina (a cui faccio ancora un mondo di auguri :*) mi sono cimentata dall'ardua trafila del "concorso pubblico" all'Italiana. Inizialmente non volevo in alcun modo partecipare, non mi sentivo pronta ed avevo avuto poco tempo per studiare (complice il master e tutte le diatribe varie con la tesi di sister). Però, sotto consiglio di amici e parenti, mi sono convinta a "provare", anche solo per confrontarmi con una prova a quiz (avendo fatto giurisprudenza ho avuto ben poche volte il modo di misurarmi con questa tipologia di esame). Ed eccomi quindi  in fila davanti al cancello di un grosso albergo con altri 1000 partecipanti provenienti da tutta Italia. Devo dire che il "parterre" dei concorsisti era davvero variegato:

Tipologia A - Il neolaureato che tenta la fortuna (la sottoscritta si ingloba in questa prima categoria): lo riconosci per l'inusuale allegria; ha l'impressione di trovarsi ad un grande raduno o ad una gita scolastica. Prima della prova ride e scherza con gli altri poveri tapini che invece cercherebbero concentrazione. Ansia più o meno pari a zero. Peccato che, una volta davanti al foglio, sia andato in panne un pò come tutti gli altri. 
Tipologia B - Il concorsista di professione: ovvero il navigato. Lo riconosci perchè all'ingresso della sala saluta tutti come fossero amici di vecchia data e si mette a dare consigli sulle tecniche più o meno riuscite per superare la selezione. 
Tipologia C - L'ansioso: ha studiato, studiato, ristudiato ... ma non sa un tubo (a suo dire). E' in palla già prima di sedersi in aula e cerca conforto dai vicini (frase ricorrente: "io ho studiato per due anni. Dici che è poco tempo?") 
Tipologia D - Il disperato: sguardo triste, capelli radi, maglione infeltrito. Età media 34 anni e tanto studio alla spalle. In volto gli leggi "ultima possibilità". Molti intimoriti da questa categoria sono quelli della tipologia A (che guardano al loro prossimo futuro). 
Tipologia E - Il modesto/ma preparato: quello che mentre siete fuori ad aspettare enuncia frasi del tipo "noo io ho studiato pochissimo, due tre mesi al massimo" e, una volta finita la prova esulta, buttando li che il test era facile e che lui su 120 domande ne ha fatte 70. 

Una cosa è certa per tutti: male che vada, ci si rivedrà al prossimo concorso. 
Ed ora, tutti a casa a fare calcoli.

baci
Faby 

lunedì 20 maggio 2013

Can't repeat the past? (chiacchere e Grande Gatsby)

Rieccomi tornata a scrivere sul blog dopo qualche settimana di pausa. Ormai sono pienamente presa dal Master e dalla pratica, senza contare l'imminente laurea di mia sorella! Tra preparativi, tesi da controllare e problemi tecnici (maledettissimo word) è come se mi stessi laureando due volte in meno di un anno. Fortunatamente riesco a concedermi qualche momento per recuperare libri da leggere e film da vedere. Di recente sono quindi andata avanti con la lettura della trilogia di "Delirium" con "Chaos", che mi è piaciuto anche più del primo. Ho trovato davvero azzeccata la scelta di introdurre un nuovo personaggio come quello di Julian (a dispetto di quanti invece non hanno visto di buon gusto il crearsi del triangolo Lena-Alex-Julian). Ho poi letto "The Selection", (di cui la CW so aver creato per l'anno prossimo uno show televisivo), molto carino anche questo (si conosce ormai il mio amore incondizionato per le trame post-apocalittiche/dispotiche) e sto per finire "Alice in Zombiland" (di cui quindi vi parlerò più avanti). 
Sabato pomeriggio sono andata a vedere il Grande Gatsby (ovviamente dopo attenta rilettura del romanzo), di cui ho avuto davvero un'ottima impressione. Anche in qui mi sono ritrovata controcorrente rispetto alle tante critiche ricevute circa: la velocità della trama, la pessima regia/fotografia, la colonna sonora e la mancanza di riferimenti storici al periodo dei ruggenti anni '20. Posso dirvi, nel mio piccolo, di non aver riscontrato alcuno di questi problemi. Per quanto riguarda la regia, era normale dover accelerare la prima parte per prestare maggiore attenzione alla seconda, in cui si svolgono gli eventi principali del romanzo. La colonna sonora mi è piaciuta tantissimo (per quanto io odi Lana del Rey, ammetto di aver adorato la sua "young and beautiful, il cui testo rispecchia al meglio il rapporto tra Gatsby e Daisy) e lo stesso vale per le ambientazioni, sfarzose si, ma a favore di un simbolismo che pervade tutto il romanzo. Leo di Caprio è come il vino ormai: più invecchia meglio è. Davvero potente la sua interpretazione di Gatsby, con quegli sguardi, sorrisi e gesti che da soli valgono tutto il costo del biglietto. Se posso parlare di nota stonata, forse quella è il personaggio di Nick, interpretato dall'odioso Toby Maguire (che possiede un'unica espressione depressa sul volto). Ma sono stati i due "soggetti" seduti accanto a me nel cinema a guadagnarsi tutto il mio disgusto. Riporto in seguito il dialogo origliato durante la pausa: 

Lui (amico-gay): Mazza oh, sto film è proprio na cafonata! 
Lei (finemente coi piedi nudi sulla poltrona del cinema) : C'hai ragione! Ma poi che è tutta quella musica di sottofondo! 
Lui: Non lo so guarda, cè questo fa il regista si professione?! 
Lei: Che poi è troppo veloce, io c'ho già un mal di testa! 
Lui: Ti dico (con fare radical chic) a me già NON PIACEVA IL ROMANZO (mio sguardo truce). Sto registra si è attenuto troppo alla trama e quindi mi fa cagare ancora di più...

Giudicate voi. 

Un bacio 
Faby