lunedì 12 novembre 2012

Il primo giorno da praticante

Non sai mai cosa aspettarti il tuo primo giorno di pratica. Tutti hanno qualcosa da dire a riguardo e tutti credono che la loro esperienza sia stata la migliore/peggiore di sempre. Così, mi vesto (un pò più in tiro del solito), inforco la mia nuova borsa da lavoro e mi avvio al Tribunale insieme al mio Dominus. L'ingresso è semi deserto ("E' presto" mi avverte il Dominus, "tra qualche minuto vedrai") e si respira un'aria di polvere mista a vernice fresca (le aule sono state rifatte da poco). Gironzoliamo un po' e lui inizia a fare le sue telefonate di rito. Io me ne sto seduta al suo fianco, impettita e ansiosa di sapere come proseguirà la giornata. Dopo una mezz'oretta andiamo finalmente in udienza. E li capisci che, anni e anni passati ad immaginarsi le aule come quelle americane, con lunghi tavoloni in legno e file di sedie imbottite, sono stati semplicemente frutto della tua fantasia. L'aula è stretta, i tavoli sono pochi e in plastica e completamente ricoperti da fascicoli colorati e pericolosamente accatastati gli uni sugli altri. Quello che poco prima sembrava un luogo tranquillo, si anima di persone in giacca e cravatta, intente a cercare il proprio fascicolo e a scribacchiarlo, seduti in un angolo. Poi il mio Dominus mi presenta ad altri avvocati  (e li per la prima volta ti senti chiamare "Dottoressa" o "Collega" e resti a bocca aperta perchè  non può essere che stiano parlando di te, che fino a qualche settimana fa, eri semplicemente... tu). In Tribunale, imparo subito, si corre molto e si chiacchera altrettanto. D'altronde, c'è molto tempo da passare in fila alla cancelleria o al di fuori delle stanze d'udienza. Tutto è frenetico, scorre veloce sotto i tuoi occhi e, in poco più di tre ore si è già portata a casa l'intera giornata. Ovviamente tutti mi hanno chiesto come fosse andata: la risposta è sicuramente bene, perchè il mio Dominus è una persona davvero simpatica, giovane e a modo. Allo stesso tempo mi chiedo se riuscirò a seguire questo ritmo spasmodico per il resto della mia vita. Sò che sono quelle domande esistenziali della serie "da dove veniamo" o "dove finiremo", e non credo di poter dare subito una risposta. Di certo c'è che non vedo l'ora sia mercoledì, per poter proseguire questo mio lungo cammino.

Vostra
Faby

3 commenti:

  1. io durante i primo giorni di pratica continuavo a chiedermi:ma in 5 anni di università cosa ho studiato?tra la teoria e la pratica c'é un abisso!

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  2. grazie! x

    awn, buona fortuna allora cara, immagino la frenesia, ma tieni duro! :)
    bisous x

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